mercoledì 20 luglio 2016

Intinerari di Galassiacamper low cost

Dalla Rocchetta Mattei al Santuario di Bocca di Rio passando dal lago del Brasimone
Cesare Mattei nacque a Bologna l'11 gennaio 1809 da famiglia agiata, e crebbe a contatto con i massimi pensatori dell'epoca come Marco Minghetti, Antonio Montanari, Rodolfo Audinot e Paolo Costa. Nel 1837 fu uno dei fondatori della Cassa di Risparmio in Bologna. Ricevette il titolo di Conte nel 1847 da papa Pio IX a fronte di una donazione terriera in quel di Comacchio, la fortezza di Magnavacca (ora Porto Garibaldi), che avrebbe aiutato lo stato pontificio a fermare l'avanzata austriaca. Venne nominato Deputato al Consiglio di arruolamento della Guardia Civica Bolognese con il grado di tenente colonnello e capo dello Stato Maggiore, carica che venne poi abbandonata in quanto eletto, nel 1848, deputato al Parlamento di Roma. La morte della madre nel 1844 lo provò duramente, se la prese in particolar modo con la medicina classica dell'epoca che, a suo dire, non seppe fare nulla per curare la madre ne per alleviarne il dolore che accompagnò la sua malattia. Per questo, lasciati i rapporti sociali e la politica, si ritirò nella tenuta di Vigorso ed iniziò a studiare una "nuova medicina" che fosse maggiormente efficace. Nel 1850 acquistò i terreni dove sorgevano le rovine dell'antica rocca di Savignano e il 5 novembre dello stesso anno pose la prima pietra del castello che avrebbe chiamato "Rocchetta", dove si stabilì definitivamente a partire dal 1859 dirigendone personalmente la costruzione . Fino alla fine della sua vita Cesare Mattei proseguì i lavori, apportando continue modifiche e interventi che si svilupparono in diverse fasi e vennero definitivamente portati a termine, dopo la sua scomparsa, dal figlio adottivo Mario Venturoli. Per il Conte Mattei la Rocchetta fu il luogo nel quale fece il viaggio verso un sapere ben preciso: egli dedicò quasi tutta la vita allo studio di una scienza medica empirica, denominata Elettromeopatia, che praticava presso il castello e che lo portò a giungere ad una fama mondiale nel ventennio 1860-1880. Il Venturoli ed in seguito gli eredi continuarono aprodurre e distribuire i "Rimedi Mattei" fino al 1959 quando per vari motivi chiusero i laboratori. Per quanto attiene al Castello della Rocchetta, dopo vari tentativi di cederlo al Comune di Bologna o ad altri enti, conclusero le vendita con un commerciante locale Primo Stefanelli detto "Il Mercantone" . Quest'ultimo dopo aver aggiunto particolari inesistenti in precedenza come prigioni, pozzo a rasoio ecc. lo gestì come attrazione fino a quando non venne chiusa per problemi di stabilità e sicurezza. Nel 2005 la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna (Carisbo) acquistò il castello e dopo un accurato studio progettuale ne iniziò il consolidamento ed un fedele restauro giunto a tuttoggi a circa 2/3 del totale. Da Agosto 2015, la parte ristrutturata, è stata riaperta al pubblico secondo un accordo siglato da Fondazione, Comune di Grizzana Morandi, Proloco di Riola e supporto delle altre associazioni del paese.(db)
la rocchetta non dispone di una sosta camper, tuttavia è possiible sostare negli spiazzi alla base del castello dove non vi sono ne divieti ne controindicazioni per la sosta dei camper


per informazioni e prenotazioni: www.rocchettamattei-riola.it , foto e testi sono proprieta' di rocchettamattei-riola.it il viaggio prosegue fino al lago valicando un piccolo passo appenninico il passo dello Zanchetto 


Lago del Brasimone, noto anche con i nomi di bacino delle Scalere e bacino del Brasimone, è un lago artificiale costruito sull'Appennino bolognese lungo il torrente Brasimone agli inizi del Novecento e completato nel 1911. Il lago del Brasimone è anche il più antico dei quattro costruiti dalle Ferrovie dello Stato per l'alimentazione della linea ferroviaria Bologna-Pistoia (Suviana, Pàvana e Santa Maria). Il suo invaso ricade interamente all'interno del territorio comunale di Camugnano ed è inserito all'interno del Parco regionale dei laghi di Suviana e Brasimone. In questa oasi di pace e tranquillità immersa nel verde delle colline Bolognesi e' possiibile pescare, fare lunghe e tranquille passeggiate. Al lago e' presente una sosta camper attrezzata con servizi e energia elettrica al costo di 13 € giornaliere.

il viaggio prosegue verso il monastero di Bocca di Rio

Boccadirio non è un paese e nemmeno una borgata. È soltanto una sperduta località dove c’è una chiesa, più precisamente un santuario mariano». Il santuario non si può vedere da lontano. Situato a 719 m di altitudine, sul crinale dell’appennino tosco-emiliano, nonostante la sua mole imponente, è nascosto in fondo ad una valle solitaria, tutta circondata da boschi. Una cerchia di monti, tra i quali il monte Coroncina (1169 m) e il monte Tavianella, lo circondano come in un grandioso chiostro naturale.
Due piccoli torrenti, confluiscono proprio qui, dando origine al rio Davena. E siccome il Santuario sorge sulla «bocca» di questo «rio», a cavallo tra le due sponde, è chiamato di «Boccadirio».

L’Apparizione

La tradizione popolare, basata su documenti degni di fede, fa risalire la venerazione della beata Vergine, qui alla «bocca del rio Davena» alla fine del 1400.
Il 16 luglio 1480, due fanciulli, Donato Nutini e Cornelia Vangelisti, di Baragazza, si trovano in questo luogo a pascolare il gregge. Mentre attendono al pascolo, forse anche per occupare il tempo, ogni tanto si raccolgono in preghiera. Durante uno di questi momenti la Madonna, tutta avvolta in vesti bianche, appare loro, dall’altra parte del rio, su una balza verso ponente.
Muovendosi da questa balza, la santissima Vergine si avvicina ai due fanciulli dalla parte del rio, dove essi pregano. A Donato dice che diventerà sacerdote, e così felicemente avverrà; a Cornelia dice che diventerà monaca, e le mostra il monastero, nel luogo e nella forma, dove ella vivrà.
È questa la prima grazia che la celeste Signora concede loro, in risposta certo di quanto hanno chiesto nella preghiera. Per cui la loro vocazione appare come dono dall’alto e, insieme, come sicura promessa:  «tu sarai sacerdote»; «tu sarai monaca».

La prima «chiesetta»
Oltre alla grazia della vocazione per i due veggenti, dono di primaria importanza, la bianca Signora porta un altro messaggio, che interessa immediatamente gli abitanti più vicini, ed in seguito interesserà quelli di tutte le vallate circostanti. La Signora chiede, infatti, ai due fanciulli, di far conoscere agli abitanti di Baragazza il suo desiderio di essere venerata in quel luogo, e promette per questo protezione e grazie. Io sono la madre di Dio, scesa dal cielo a conforto vostro e di quanti vorranno ascoltare le mie parole!
I due ragazzi ritornano alle loro case e raccontano a tutti, con grande gioia, l’apparizione e le parole ascoltate in Boccadirio.
Dopo un iniziale e naturale momento d’incertezza, la popolazione di Baragazza, presta fede al loro racconto semplice ed ingenuo. Subito si inizia a fabbricare, nel luogo dove la Madonna ha parlato ai due fanciulli, una “piccola chiesa” intitolata alla Vergine delle grazie.
È interessante notare come fin dall’inizio, a Boccadirio la Madonna è venerata e invocata come Vergine delle grazie. A Lei accorrono sempre più numerosi i pellegrini e i devoti, con il loro carico umano di miseria e di speranza, e attorno alla piccola chiesa, via via, cresce il ricco complesso architettonico che è oggi il santuario di Boccadirio.

E' possibile pernottare nel parcheggio alto del Santuario e gustare piatti tipici locali alla locanda del Pellegrino alla base del Santuario


lunedì 11 luglio 2016


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